Il fantasma fotografato, realtà o truffa?

Lo studio di ambienti sotterranei, in particolare quelli dei castelli o delle chiese, ci porta spesso al confine con il ‘mistero’. Ed è veramente troppo facile imbattersi in storie e leggende capaci di alimentare accese discussioni tra le fazioni degli scettici e quelle dei creduloni.
Se spesso la verità si trova nel mezzo, altrettanto sovente la si può ottenere con un’analisi razionale dei fatti esposti e vissuti.
Le cose possono cambiare quando si diventa protagonisti di eventi al confine con il paranormale. Ciò che riporto è una vicenda che ci è accaduta alcuni anni or sono (2011) ed è stata ripresa anche dall’amico Massimo Polidoro sul suo blog sui misteri e sull’insolito.
Per tutelare le persone coinvolte non citeremo ne i nomi ne la località precisa in cui sono avvenuti i fatti, basti sapere che si tratta di un castello del XV secolo nella provincia di Alessandria.
All’epoca recentemente rilevato da una famiglia per realizzare un bed&breakfast e per organizzare eventi negli spazi consortili, necessitava di essere conosciuto e promosso.
Visibilità che sarebbe arrivata, secondo i gestori, invitando ad un tour in anteprima un gruppo di persone selezionate che in seguito ne avrebbero parlato. Oltre a noi del Teses, era presente qualche giornalista, due storici, un architetto ed addirittura una medium. Eh sì, perché la leggenda del fantasma del castello sarebbe stata un’ottima leva per attirare turisti e curiosi.
Veniamo accolti con un sobrio rinfresco ed un breve riassunto sulla storia del maniero. Dopodiché la figlia dei proprietari inizia a mostrarci i vari ambienti del castello. C’è chi scatta foto, chi apprezza la struttura del maniero, chi ipotizza l’esistenza di sotterranei e chi inizia a prendere appunti per il pezzo che andrà a scrivere.
Si raggiunge così un salone restaurato di recente con un raffinato soffitto a cassettoni, è la stanza in cui sarebbe apparso in più occasioni il fantasma di una bambina.
Prima ancora che la nostra giovane guida ce lo raccontasse, la sedicente medium inizia a respirare a fatica, dicendo di percepire una presenza eterea. Si accascia a terra, indicando, sconvolta, un angolo della sala.
Un angolo identico agli altri tre, assolutamente privo di lenzuola svolazzanti. Uno dei giornalisti inizia a scattare fotografie in quella direzione, mentre gli altri cercano di aiutare la signora, in evidente difficoltà.
Ma è proprio questo il momento catartico dell’intera vicenda, il fotografo, rimasto basito, fissa il piccolo display della sua costosa reflex digitale. Nell’ultima fotografia è rimasta impressa una sagoma umana.
Anzi, una chiara sagoma di bambina, semitrasparente, che ricordava da vicino il Casper cinematografico.
Non si trattava di una fotografia qualsiasi, di quelle che vengono spacciate in TV e sul web come testimonianze inconfutabili della presenza di spiriti, ma che in realtà sono poi semplici pareidolie basate su macchie e ombre.
Questa immagine mostrava chiaramente e senza ombra di dubbio una bambina trasparente e ben definita. Al punto tale che, zoomando, si potevano leggere bene i dettagli delle vesti.
Logicamente non poteva trattarsi di un’immagine autentica. E prima che dilagasse il panico, la prontezza di spirito di un mio collaboratore ha svelato l’inganno.
Tra il mormorio, lo stupore e quasi una crisi di nervi di alcuni, viene smascherata la truffa. L’immagine era un falso, il fotografo era un amico del proprietario, che aveva scattato quella foto giorni prima dalla medesima angolazione e che grazie ad un programma di computer grafica aveva sovrapposto in trasparenza l’immagine di una bambina reale. La foto stessa era stata ricaricata sulla memoria della sua macchina fotografica e prontamente visualizzata davanti a tutti come se l’avesse appena scattata in quel momento.
La medium era una cugina, teatrante per diletto. Gli altri erano persone comuni, come noi, estranee alla vicenda. Persone che avrebbero, in buona fede, alimentato la leggenda e facendo uscire articoli impressionanti, diventando involontari testimoni e complici della tentata frode.

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