La modernità, i progressi della medicina ed i miglioramenti dell’alimentazione hanno permesso all’essere umano di vivere più a lungo e di moltiplicarsi sempre di più.
Aumentando di numero, è proporzionalmente salito anche il numero di imbecilli. Nulla è perfetto.
Ma la facilità con cui questi hanno modo di esprimere così democraticamente e rapidamente le proprie elucubrazioni è paradossalmente dannosa.
Occupandomi non solo di esplorazioni di cavità artificiali e di archeologia del sottosuolo ma anche di tutela, salvaguardia e valorizzazione del patrimonio culturale mi trovo spesso impegnato nel tentativo di documentare i resti del nostro passato, cercando di sensibilizzare gli enti preposti alla loro conservazione e ad eventuali interventi di salvaguardia.
Impiego del proprio tempo e delle proprie risorse discutibile, forse.
Ma essere aggredito verbalmente da qualcuno perché non indirizzo le mie energie nel salvaguardare gli esseri umani lo trovo idiota e ridicolo, almeno quanto il mio stesso interlocutore.
La mia attività non sottrae nulla all’umanità, anzi, si prefigge di lasciare testimonianze del proprio passato per chi fosse talmente illuminato da interessarsene.
Come per gli ambiti culturali, esistono ministeri, enti, associazioni e volontari che si occupano degli esseri umani. Anzi, sospetto che siano di numero ben maggiore queste ultime.
Ognuno con rispettivi fondi, distinti e prestabiliti ai quali attingere.
Dare priorità agli esseri umani, rispetto alle “cose”, è sicuramente più nobile causa per alcuni, forse per molti.
Ma se molte “cose” sono distrutte o rischiano di scomparire è proprio per colpa degli “uomini”.
Ecco perché, quando ne ho modo, cerco di aiutare gli animali. Anche loro sono spesso vittime degli “uomini” da salvare.
Ognuno si senta libero di impiegare il proprio intelletto, il proprio tempo e le proprie risorse economiche nella direzione che gli è più congeniale, purché a fin di bene. E non a smerigliale le parti basse degli altri.
Con affetto, come sempre.