Persone da ammirare, persone da esecrare

Ammirare una persone, riconoscere le capacità e stimarla pare sia, al giorno d’oggi, un atto di debolezza.
Eppure non è doloroso. Impariamo a riconoscere i meriti altrui.
In pochi sono sufficientemente maturi da riconoscere i risultati di terzi, acciecati dall’invidia, dalla gelosia e, spesso, pure dall’ignoranza.
Io non fatico ad ammirare persone degne di stima e gioisco quando ne conosco di nuove. Possono essere discutibili i filtri che adopero per decidere chi merita la mia approvazione, ma si tratta di criteri individuali e personali.

Sicuramente non ammiro chi spreca il proprio tempo. Preferisco chi fa le ore piccole leggendo e scrivendo, a chi impiega il medesimo tempo per andare a danzare in qualche locale.
Sono scelte, liberissime.

E’ un complesso discorso di compatibilità con il mio carattere. Mi trovo ad essere affine con chi investe su se stesso, su chi costruisce intorno alla propria persona. Con chi potrà tirare le somme e quantificare come gli anni trascorsi lo abbiamo migliorato.
Trovo estremamente piacevole, nonché utile, dialogare e confrontarsi con persone dotte. Mentre non riesco proprio ad integrarmi nel dialogo sulle banalità e sui luoghi comuni.
Anzi, più ho l’orrenda occasione di vivere queste situazioni e più trovo in me stesso ulteriori motivazioni per impegnarmi ancora di più in ciò che faccio.

Sono limitazioni non da poco, e ne sono consapevole.
Come è capitato ancora ieri sera, parlo volentieri due, tre ore dei temi che mi stanno a cuore. Mi piace poter raccontare dei miei studi e delle mie esplorazioni. Così come condividere i risultati delle mie ricerche.

Ma, vi prego, non parlatemi di calcio, di politica moderna, di pettegolezzi sui vip, di discoteche o di tutte quelle cose che, purtroppo, ne mi incuriosiscono ne mi affascinano minimamente. Non ho informazioni in merito, non mi posso esprimere. Vi farei solo perdere una gran quantità di tempo.

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